Chiusa la Iptv pirata Xtream Codes. Multe fino a 25mila euro per i 700 mila utenti del «pezzotto»

Otto gli ordini europei di indagine emessi dalla procura di Napoli ed eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria

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Un colpo al business della pirateria televisiva online. È scattata una vasta operazione della Guardia di finanza (Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche) contro una delle più importanti organizzazioni che sta dietro a una diffusa Iptv pirata a pagamento: sequestrata ed oscurata Xtream Codes. Un «pezzotto», come vengono chiamati in gergo queste soluzioni per vedere le pay tv in maniera illegale pagando cifre ridotte rispetto agli abbonamenti legali, che aveva oltre «50 milioni di utenti di cui 700mila collegati nel momento delle perquisizioni» spiega il tenente colonnello Gianluca Berruti.

Multe fino a 25mila euro

Il rischio per gli utenti è una multa da 2.500 a 25mila euro, e dai sei ai tre anni di reclusione. Sebbene sommerso e poco noto, questo settore illegale vale solo in Italia vale un fatturato di 200 milioni e conta circa 5 milioni di utenti . Secondo i militari poi sarebbero circa 6mila le persone che hanno perso il posto di lavoro a causa del «pezzotto» e del sistema costruito intorno a esso.

Black Iptv

Sono 25 i responsabili dell’associazione individuati dall’operazione «Black IPTV» delle forze dell’0rdine. Otto gli ordini europei di indagine nei confronti di una associazione a delinquere a carattere transnazionale emessi dalla procura di Napoli ed eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria, con numerose perquisizioni in corso in Italia e all’estero per smantellare le centrali del network ed aggredirne i rilevanti proventi illeciti.

Oltre 200 server

Inoltre sono stati sequestrati oltre 200 Server e 80 domini. L’infrastruttura criminale smantellata era molto complessa sia sotto il profilo organizzativo che tecnologico: era composta da persone residenti in diversi Paesi che spesso non si conoscevano personalmente. Lo schema piramidale vedeva al vertice chi acquistava lecitamente i contenuti protetti da copyright attraverso il satellite e poi li convertiva in segnali digitali da inviare in streaming. A questo punto gli utenti dotati del famigerato «pezzotto» ricevevano le trasmissioni pagando tra i 10 e i 20 euro al mese per avere tutti i contenuti di Sky, Mediaset Premium, Dazn e Netflix

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